CARRA', CARLO

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view post Posted on 15/11/2004, 16:38
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Il pittore nacque a Quargnento l'11 febbraio 1881 e scomparve nel 1966.

Il principio

Nei primi tre decenni del secolo l'opera di Carrà riflette gli sviluppi artistici fondamentali, dal futurismo alla pittura metafisica, al "Novecento" e alla pittura murale degli anni Trenta. A dodici anni fu messo a bottega da un imbianchino del paese, continuando poi a guadagnarsi da vivere come stuccatore e decoratore anche dopo il trasferimento a Milano nel 1895. Nel 1899-1900 si recò a Parigi per decorare i padiglioni dell'Exposition universelle; andato a vivere per sei mesi tra gli anarchici in esilio a Londra, studiò le opere di Karl Marx e Michail Bakunin.

La politica

Nel periodo 1904-05 frequentò i corsi della Scuola serale d'arte applicata di Milano. Nel 1906 si iscrisse all'Accademia di Brera, dove fu allievo di Cesare Tallone con Aroldo Bonzagni e Romolo Romani. Nel 1908 lavorando all'allestimento delle mostre per la Famiglia Artistica, conobbe Boccioni e Russolo. Insieme a Severini e Balla firmarono nel 1910 il Manifesto dei pittori futuristi di Marinetti. Nello stesso anno Carrà iniziò i "Funerali dell'anarchico Galli". Fu la tecnica divisionista di Giuseppe Pellizza da Volpedo a ispirargli il trattamento di questo tema politico.

Parigi

In seguito a un viaggio a Parigi, nel 1911, Carrà rielaborò la tela per assimilare la frammentazione della forma tipica del cubismo. La versione finale fu esposta nel febbraio 1912 alla mostra futurista alla Galerie Bernheim-Jeune.

La prima guerra mondiale

La crescente rivalità con Boccioni e le divergenze con Marinetti portarono Carrà a prendere le distanze dal gruppo milanese e a collaborare con Ardengo Soffici e Giovanni Papini al periodico futurista "Lacerba" di Firenze nel 1913-15. Nel 1914 si recò di nuovo a Parigi e si accingeva a concludere un contratto con il gallerista Daniel Henry Kahnweiler quando scoppiò la prima guerra mondiale. Nel 1915 appoggiò la campagna interventista con Guerra-pittura, un volume di parole in libertà che intendeva essere una risposta a Pittura scultura futuriste di Boccioni nel 1914.

La solidità plastica

Durante gli anni della guerra Carrà sviluppo uno stile consapevolmente ingenuo o "antigrazioso", ispirato alla solidità plastica dei trecentisti toscani e a Henri Rousseau. Espresse le proprie idee sui valori tattili della pittura negli scritti "Parlata su Giotto" e "Paolo Uccello costruttore", pubblicati su "La voce" nel 1916.

La solidità plastica

Durante gli anni della guerra Carrà sviluppo uno stile consapevolmente ingenuo o "antigrazioso", ispirato alla solidità plastica dei trecentisti toscani e a Henri Rousseau. Espresse le proprie idee sui valori tattili della pittura negli scritti "Parlata su Giotto" e "Paolo Uccello costruttore", pubblicati su "La voce" nel 1916.

La pittura metafisica

Richiamato per il servizio militare a Ferrara nel 1917, vi conobbe de Chirico e Savinio, dando vita insieme con loro alla "scuola" della pittura metafisica. Gli interni di Carrà del periodo tra il 1917 e il 1919 rivelano l'inquietante iconografia caratteristica della metafisica, ma l'atmosfera delle sue immagini è assai diversa dalla diffusa ironia e dal nichilismo dell'opera dechirichiana.

I valori pittorici

Carrà si impegnò a rendere la solidità e l'enfatica tridimensionalità degli oggetti, riaffermando la propria fede in un ordine sottostante. In articoli come il rinnovamento della pittura italiana, pubblicato dal periodico romano "Valori Plastici", propugnò un ritorno ai valori pittorici della tradizione italiana. Nel 1921 divenne critico d'arte del quotidiano "L'Ambrosiano" una posizione influente che mantenne per diciassette anni.

La sua incertezza

L'incertezza stilistica di Carrà si risolse soltanto nel 1921 con "Il pino sul mare". Wilhelm Worringer dedicò un importante saggio al dipinto nel periodico di Zurigo "Wissen und Leben" nel 1925, sostenendo che Carrà aveva raggiunto un nuovo e armonioso equilibrio tra l'artista e il soggetto. Il quadro faceva parte di una serie di opere che riflettevano il clima del "realismo magico" del "novecento", alle cui mostre Carrà prese parte. Dal 1926 trascorse l'estate a Forte dei Marmi, sulla costa toscana, dove dipinse paesaggi marini con pennellate suggestive e superfici uniformi, ispirati al recupero del naturalismo lombardo dell'Ottocento.

Il nuovo stile

Questo stile rimase caratteristico della sua pittura per tutto il resto della vita, insieme al principio secondo il quale tutti i valori figurativi di forma e colore sono subordinati a un ordine architettonico soggiacente. Nel 1933 Carrà sottoscrisse il Manifesto della pittura murale di Sironi ed eseguì affreschi per la Triennale di Milano del 1933 andato distrutto e per il Palazzo di Giustizia nel 1938.

La nomina

Nel 1941 fu nominato professore di pittura all'Accademia di Brera. Negli anni del dopoguerra Carrà modificò gradualmente i paesaggi e le marine di Forte dei Marmi con superfici smorzate, pennellate meno compatte e un'accentuata luminosità. Nel 1962 quattro anni prima della sua morte, al Palazzo Reale di Milano fu allestita una mostra antologica della sua opera.

1914_Manifestazione_Interventista_Carlo_Carra
Manifestazione interventista



Edited by zikka - 18/6/2018, 13:01
 
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Edited by zikka - 22/5/2018, 16:22
 
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